Il mondo capovolto
Se solo per un attimo pensassimo di capovolgere il cielo, le montagne e gli alberi e decidessimo di proiettarli su una superficie talvolta piatta, quasi come uno specchio, oltre volte increspata e in continuo movimento, otterremmo un effetto di forte impatto, quasi pittorico, forse surreale.
Fotografare i paesaggi riflessi in uno specchio d’acqua, regala sempre grandi sorprese ed emozioni, oltre a lasciare ampio spazio alla fantasia, all’ispirazione, e al gusto artistico del fotografo.
I paesaggi riflessi talvolta sembrano prender forme proprie, sembrano modellarsi su una tela dinamica, irrequieta, come fossero pennellate sinuose, disegnate in modo rapido, istintivo. Le tonalità si fondono quasi a confondersi con le cromie proprie dell’acqua. La trama del fondale, ora sabbioso e a piccole onde, altre volte ciottoloso e coperto in parte di alghe, pian piano si rivela sotto forma di interessanti intrecci geometrici che punteggiano cielo, quasi a darne forma e respiro, come fosse materia viva. All’inizio sotto forma di textures quasi impercettibili, se non completamente invisibili. Poi diventano un contorno sfumato, appena abbozzato, leggero, etereo. Si materializzano a poco a poco, quasi per magia, sotto gli occhi del ”prestigiatore”, ossia del fotografo che gioca con i filtri e che pian piano rende visibile l’invisibile, compone il quadro, e “dipinge” la sua opera d’arte.
E’ bello “giocare” con l’acqua e non nascondo che la maggior parte volte preferisco puntare l’obiettivo verso il basso, verso il piccolo mondo allo specchio, alla ricerca di una realtà “diversa”, trascendente, quasi onirica e fiabesca. Perché come diceva Einstein: “La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente”.
La maggior parte degli scatti presentati in questo servizio sono stati eseguiti durante l’autunno del 2015.
Attrezzatura utilizzata: Canon Eos6d, 24-105mm, 70-300mm, filtri polarizzatore e GD.
Fotografare i paesaggi riflessi in uno specchio d’acqua, regala sempre grandi sorprese ed emozioni, oltre a lasciare ampio spazio alla fantasia, all’ispirazione, e al gusto artistico del fotografo.
I paesaggi riflessi talvolta sembrano prender forme proprie, sembrano modellarsi su una tela dinamica, irrequieta, come fossero pennellate sinuose, disegnate in modo rapido, istintivo. Le tonalità si fondono quasi a confondersi con le cromie proprie dell’acqua. La trama del fondale, ora sabbioso e a piccole onde, altre volte ciottoloso e coperto in parte di alghe, pian piano si rivela sotto forma di interessanti intrecci geometrici che punteggiano cielo, quasi a darne forma e respiro, come fosse materia viva. All’inizio sotto forma di textures quasi impercettibili, se non completamente invisibili. Poi diventano un contorno sfumato, appena abbozzato, leggero, etereo. Si materializzano a poco a poco, quasi per magia, sotto gli occhi del ”prestigiatore”, ossia del fotografo che gioca con i filtri e che pian piano rende visibile l’invisibile, compone il quadro, e “dipinge” la sua opera d’arte.
E’ bello “giocare” con l’acqua e non nascondo che la maggior parte volte preferisco puntare l’obiettivo verso il basso, verso il piccolo mondo allo specchio, alla ricerca di una realtà “diversa”, trascendente, quasi onirica e fiabesca. Perché come diceva Einstein: “La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente”.
La maggior parte degli scatti presentati in questo servizio sono stati eseguiti durante l’autunno del 2015.
Attrezzatura utilizzata: Canon Eos6d, 24-105mm, 70-300mm, filtri polarizzatore e GD.